Al museo Meina sul lago Maggiore nasce un cultural park

Un viaggio tra natura, bellezze architettoniche ed esperienze multimediali innovative. E’ la proposta del Museo Meina, cultural park localizzato nel complesso del Parco dello Chalet di Villa Faraggiana sul Lago Maggiore. Qui trovano sede diverse strutture risalenti all’Ottocento e da pochi anni riaperte al pubblico e rese fruibili grazie all’intervento della Fondazione UniversiCà, ente no-profit che coinvolge e impiega stabilmente nelle sue attività un team di giovani under 35.

Il primo impatto è con le Antiche Serre del Museo Meina, vivai di unicità architettonica, aperte al pubblico dopo un restauro che le ha restituite all’antico splendore dopo un abbandono durato 60 anni. Qui trova sede un’esposizione di specie botaniche locali ed esotiche affiancate da opere artistiche e da una mostra su farfalle e insetti del territorio. Al culmine del parco si trova lo Chalet-museo, edificio liberty di pregio architettonico dalla ricca storia che ora ospita “IMAGO” un innovativo viaggio multimediale in 4D.

Una famiglia pioniera nelle esplorazioni

Si può dire che i Faraggiana portarono il “mondo” a Meina. La famiglia, originaria di Sarzana, costruì a metà dell’Ottocento una grande villa fronte lago con un parco di sette ettari quale luogo di villeggiatura. Nella dimora, al momento non visitabile, soggiornarono le più importanti personalità dell’epoca (da Nino Bixio alla Regina Vittoria). I Faraggiana erano non solo un riferimento per la vita economico-sociale dell’epoca, ma anche esploratori: in particolare Alessandro era membro della Società Geografica e Catherine era figlia del noto esploratore Ugo Ferrandi. Nel grande parco soggiornavano animali esotici che in seguito alla loro dipartita venivano tassidermizzati ed esposti nello chalet-museo privato, che un tempo ospitava anche trofei di caccia frutto dei safari di esplorazione dei membri della famiglia compivano.

Si può dire che i Faraggiana portarono il “mondo” a Meina. La famiglia, originaria di Sarzana, costruì a metà dell’Ottocento una grande villa fronte lago con un parco di sette ettari quale luogo di villeggiatura. Nella dimora, al momento non visitabile, soggiornarono le più importanti personalità dell’epoca (da Nino Bixio alla Regina Vittoria). I Faraggiana erano non solo un riferimento per la vita economico-sociale dell’epoca, ma anche esploratori: in particolare Alessandro era membro della Società Geografica e Catherine era figlia del noto esploratore Ugo Ferrandi. Nel grande parco soggiornavano animali esotici che in seguito alla loro dipartita venivano tassidermizzati ed esposti nello chalet-museo privato, che un tempo ospitava anche trofei di caccia frutto dei safari di esplorazione dei membri della famiglia compivano. Ad Amelia Faraggiana, che volle particolarmente la costruzione delle serre e curò la piantumazione del parco, è addirittura stata dedicata una specie di camelia.

Con lo sguardo al futuro, imparando dalla tradizione

«Oggi il Museo Meina – conclude il direttore Dal Bello – rivive nel pieno rispetto delle intenzioni originarie dei Faraggiana. Dopo gli interventi di recupero messi in atto dalla nostra Fondazione che hanno restituito buona parte del complesso alla collettività, e con l’impiego delle nuove tecnologie, siamo in grado di narrare quella storia e quella passione per i viaggi e le scoperte, portandola alle nuove generazioni con linguaggi innovativi».

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.museomeina.it

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